L’autocarrozzeria
che sostituisce la portiera di un’automobile con uno sportello non originale, o
appartenente a un’altra vettura, è tenuta a risarcire l’automobilista per il
danno arrecato.
Una recente
sentenza della Cassazione (sent. n.
1179/2014) ha condannato il
comportamento scorretto di un carrozziere,
colpevole di aver affibbiato al cliente uno sportello taroccato, appartenente
ad un modello di veicolo precedente.
È necessario prestare molta attenzione, dunque, a
non dare per scontato l’operato del carrozziere cui ci si rivolge: è necessario
essere scrupolosi e attenti ad ogni minimo dettaglio. In primo luogo, è
preferibile rivolgersi ad autocarrozzerie autorizzate o
comunque convenzionate con il modello di auto posseduto. È
buona regola, inoltre, chiedere l’esibizione della fattura o dell’ordine di acquisto del prodotto originale
effettuato dal titolare. Sarebbe poi opportuno pretendere sempre un preventivo di spesa, dettagliato in ogni sua voce,
datato e sottoscritto dal carrozziere.
Nella
fattispecie, i Giudici hanno sottolineato che l’autocarrozzeria non aveva
ricevuto l’autorizzazione del proprietario ad utilizzare un
pezzo non originale. Inoltre, è evidente come lo stesso automobilista non
avrebbe mai potuto essere d’accordo con una simile operazione, e ciò per una
serie di pratiche ragioni, tra cui il fatto che si trattava di un’autovettura
acquistata da pochi mesi, nonché per ulteriori ragioni, quali: a) la mancanza
di interesse dell’automobilista ad una sostituzione
sconveniente, anche perché il costo era totalmente a carico dell’assicurazione; b) la non urgenza dell’intervento,
in quanto il proprietario possedeva altri veicoli per sostituire quello
incidentato; c) la richiesta immediata di spiegazioni all’officina dopo aver
scoperto che la portiera, chiaramente non originale poiché prelevata da uno
stesso modello di auto ormai fuori produzione, era stato adattato alla propria.
I Giudici,
pertanto, hanno ritenuto pienamente legittima la richiesta di risarcimento
dell’automobilista, avendo questi dimostrato che vi era un contratto di
riparazione del mezzo e che la condotta dell’autocarrozzeria era contraria al
principio di buona fede.