Gli affitti non
potranno più essere pagati in contanti, qualunque sia la somma corrisposta per
il canone di locazione. La norma, inserita nella legge di stabilità, è già in
vigore. Il denaro dovrà essere consegnato al proprietario di casa con un versamento su
conto o con un assegno. Tutte le
transazioni, insomma, dovranno essere tracciabili per combattere il fenomeno
degli affitti
in nero ovvero l'evasione fiscale. Ai Comuni è affidata l'attività di
monitoraggio anche utilizzando "quanto previsto in materia di registro di
anagrafe condominiale e civile". Si rischiano sanzioni da un minimo di
3.000 euro.
La disposizione viene spiegata nel 50esimo punto
della legge di stabilità già pubblicata sulla Gazzetta
Ufficiale e dunque già entrata nell'ordinamento legislativo italiano: "I
pagamenti riguardanti canoni di
locazione di unità abitative, fatta eccezione per quelli di
alloggi di edilizia residenziale pubblica, sono corrisposti obbligatoriamente,
quale ne sia l'importo, in forme e modalità che escludano l'uso del contante e ne assicurino la tracciabilità anche ai fini della asseverazione dei
patti contrattuali per l'ottenimento delle agevolazioni e detrazioni fiscali da
parte del locatore e del conduttore".
In questo contesto occorre fare alcune
precisazioni. Come spiegato dal Ministero dell'Economia, non ci sono limiti al prelevamento o versamento in
contanti dal proprio conto corrente poiché, a differenza di altre
situazioni, in queste operazioni il trasferimento di denaro è fra lo stesso
soggetto. Per il resto rimane in vigore il tetto di 999,99 euro introdotto dal
precedente governo Monti. Tutte le spese oltre questa soglia non potranno
essere effettuate con "denaro liquido", ma solamente con assegno o
bonifico, anche la spesa al supermercato.