Roba
da non credere. “Legislazione all’italiana” direbbero all’estero. Sembra
una barzelletta giurisprudenziale d’altri tempi, ma non lo è affatto; è una
recente sentenza della Corte di Cassazione.
Il
marito abbandona il tetto coniugale per andare a vivere con un'altra compagna. Il motivo? Lei stava
facendo un vero e proprio “sciopero del sesso”. La Corte si schiera dalla parte dell'uomo. Quest'ultima, infatti, ha negato l'addebito della separazione al marito che aveva chiesto la
separazione dalla moglie con la quale dal
2000, anno in cui era nato il figlio, non aveva più avuto rapporti sessuali.
L'uomo,
non sopportando più di andare in bianco con la moglie, se ne è andato di casa
armi e bagagli, andando a convivere con una nuova compagna. Da qui la richiesta
della moglie di addebitare la colpa della separazione al marito che aveva
abbandonato il tetto coniugale.
La Suprema Corte
ha bocciato la richiesta della donna,
dando il dovuto peso alla "violazione
dei doveri coniugali" da
parte della moglie".
Il
no all’addebito della separazione al marito era stato già espresso in secondo
grado.
In
definitiva, piazza Cavour respingendo il ricorso della donna, ha aggiunto che
non sono stati introdotti "elementi di prova che possano escludere la
preesistenza di una situazione di esaurimento della comunità morale e affettiva
fra i coniugi cui attribuire la intollerabilità della prosecuzione della
convivenza". E' stata bocciata anche la richiesta della donna di
risarcimento dei danni.