Una legge del 1938 stabilisce che il pagamento del canone di
abbonamento Rai-Tv è obbligatorio per chiunque “detenga” uno o più apparecchi atti
o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni, che prescinde, quindi,
dall’uso effettivo del televisore, dalle emittenti televisive seguite o
dall’utilizzo del televisore stesso per fini differenti.
Sulla base di quali presupposti
viene stabilito l’obbligo di pagamento del canone? Il parametro di riferimento per l’imputazione dell’imposta è la
residenza. Pertanto, ciascun nucleo familiare è gravato dall’obbligo di
corrispondere il canone.
Entro quanto tempo la Rai può
pretendere il pagamento del canone? Il canone RAI, come quasi tutti i tributi, si
prescrive nel termine di 10 anni. Questo vuol dire che, prima della scadenza di
tale termine, la Rai deve inviare all’utente almeno una lettera di diffida,
onde interrompere tale termine di prescrizione. Il canone, dunque, non è dovuto
per le annualità anteriori agli ultimi dieci anni, sempre che – come detto –
non siano intervenute richieste per iscritto da parte della tv pubblica.
Che succede se non pago il canone? In caso di mancato pagamento, la Rai può affidare la riscossione
ad Equitalia, che emetterà la nota cartella esattoriale.
A quanto ammonta il canone? Il canone ammonta attualmente a 113,50 euro. Allo stato attuale,
l’evasione è di quasi il 26,7% della popolazione. Nel caso in cui lo
stesso soggetto detenga più apparecchi, sia nella stessa abitazione che in
abitazioni diverse, sia per uso proprio che dei propri familiari, è dovuto un
solo pagamento del canone. Pertanto, il pagamento del canone di abbonamento
alla televisione per l’abitazione primaria consente all’utente di detenere uno
o più apparecchi televisivi anche nella propria dimora abituale e secondaria, a
vantaggio dei componenti del proprio nucleo familiare.
Come possono disdire l’abbonamento
per non pagare il canone Rai? Per disdire l’abbonamento Rai
occorre avanzare la nota richiesta di suggellamento dell’apparecchio e versare
l’importo di 5,16 euro a mezzo di vaglia postale. Successivamente, a norma di
legge, l’utente dovrebbe ricevere la visita di un incaricato Rai presso il
proprio indirizzo di residenza per la chiusura del televisore in un apposito
involucro munito di sigilli ministeriali.
C’è un altro modo per non pagare il
canone, oltre alla procedura di suggellamento? Si. L’interessato dovrà dichiarare di convivere con un
utente che è già titolare di un abbonamento, indicando nominativo, indirizzo e
numero di abbonamento.
La Rai mi ha chiesto il canone ma
io non ho alcuna tv. Che devo fare? In presenza di una richiesta di
pagamento del canone dalla Rai tramite raccomandata, sarà possibile comunicare
formalmente all’ente che non si possiede alcun apparecchio televisivo, indirizzando
la missiva all’agenzia delle Entrate, Direzione provinciale I di Torino,
Ufficio territoriale di Torino 1 Sportello S.A.T., Casella postale 22, 10121
Torino.
Ho sentito che è dovuto il canone
Rai anche se posseggo un computer. È vero?
Anche il possesso o la detenzione di computer, od altri terminali elettronici
come i tablet, collegati a internet, obbligherebbe al pagamento dell’onere
fiscale. Tuttavia, tale rigida interpretazione di una norma così datata è stata
di recente smentita dalla stessa Rai, la quale ha precisato che l’utilizzo di
un computer non obbliga di per sé al pagamento del canone, salvo che
l’apparecchio non sia «specificatamente destinato» ad essere utilizzato come un
televisore, come avviene in alcuni casi.
Sono previste delle esenzioni dal
pagamento del canone? La legge prevede l’esenzione del
canone Rai per soggetti di età pari o superiore a 75 anni. Per avere diritto
all’esenzione occorre: aver compiuto 75 anni di età entro il termine di
pagamento del canone; non convivere con altri soggetti diversi dal coniuge
titolari di reddito proprio; possedere un reddito che unitamente a quello del
proprio coniuge convivente, non sia superiore complessivamente a 516,46 euro
per tredici mensilità (ovvero 6.713,98 euro annui).
Abolizione del canone da parte della Corte Europea? Una bufala
L’Alta Corte, con al sentenza del
13.12.2013, si è pronunciata dichiarando inammissibile e manifestamente infondato il
ricorso presentato dal Governo Italiano che ha imposto di pagare il canone Rai
ad un cittadino, A.D, di Maglie (LE). La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo,
ha sostenuto che l’intervento della polizia tributaria a danno del cittadino,
aveva determinato la violazione del diritto a ricevere notizie e informazioni di carattere pubblico.
I giudici dell’ Alta Corte Europea hanno sostenuto che le Autorità Italiane
hanno perseguito uno scopo illegittimo, obbligando i cittadini all’abbonamento
del canone, compromettendo la libertà di informazione. L’abolizione del canone è una
mera invenzione del web.