Facoltà di giurisprudenza a numero chiuso e limitazioni all’accesso alla professione forense: fa ancora discutere il progetto comunicato dal Ministro della Giustizia qualche mese fa e che, stando a indiscrezioni di corridoio, non sarebbe mai tramontato. Alla bozza starebbero lavorando il Ministero della Giustizia, di concerto con il Ministero dell’Università. Lo scopo è quello di rivedere i criteri di accesso alla professione forense. L’intento è quello di limitare il numero di legali che accedono alla professione.
Il progetto doveva essere presentato lo scorso 28 settembre, ma i problemi del Governo che tutti conosciamo, le continue minacce di crisi e di caduta dell’esecutivo, hanno fatto slittare i tempi. Di fatto, la bozza è ancora allo studio e, a quanto sembra, sulla scrivania del Ministro.
In particolare, sono state avanzate tre possibili soluzioni:
1) la prima sarebbe quella di applicare uno sbarramento immediato all’iscrizione universitaria, prevedendo così un numero chiuso a tutti gli iscritti a giurisprudenza;
2) la seconda è quella di applicare il filtro dopo tre anni di università, attraverso un percorso formativo su misura. In questo modo, si valorizzerebbero solo gli studenti più meritevoli, mettendo da parte i cosiddetti “frequentatori occasionali”;
3) la terza invece comporterebbe lo sbarramento nella fase post-laurea, prima delle scuole di specializzazione.
Gli avvocati si dividono. Che vi sia una forte spinta di chiusura, sia dal vertice che dalle basi, è innegabile: chiusura determinata soprattutto dall’eccessivo sovraffollamento della professione e dalla recente crisi del settore “giustizia”. L’esubero di avvocati viene spesso considerato come una delle cause del recente decadimento della professione, che avrebbe accomunato professionisti “a tempo continuativo” a coloro che, invece, utilizzano la professione come “riempitivo”.
Attualmente in Italia, su una popolazione di quasi 61 milioni di persone, ci sono ben 247 mila avvocati. Il numero maggiore è presente in Campania (38 mila), seguita dalla Lombardia (30 mila) e dalla Puglia (23 mila). All’ultimo posto c’è la Valle d’Aosta con 178 avvocati e il Trentino con 1.643.
In Germania il numero dei legali è di 150 mila; in Francia invece è di 20 mila, quanto quelli presenti solo a Roma.