I conviventi,
anche omosessuali, avranno una carta in più per tutelarsi: si tratta di
accordi che regoleranno solo gli aspetti patrimoniali della coppia e
saranno disciplinati dal Consiglio nazionale del notariato. Tali accordi,
che potranno essere sottoscritti dagli interessati presso il notaio di fiducia,
non entrano però nel merito del rapporto: la disciplina della convivenza spetta
al legislatore, i notai regolano solo la parte patrimoniale.
I contratti di
convivenza (pacs) potranno essere stipulati dal notaio a partire dal 2
dicembre 2013. Si possono sottoscrivere in qualsiasi momento della
convivenza (quindi anche dopo diversi anni); pertanto possono anche definire
rapporti patrimoniali in caso di cessazione del rapporto, evitando
discussioni e rivendicazioni al momento della rottura.
Non saranno accordi
“fac simile”, ma tagliati su misura sulle esigenze specifiche dalla coppia.
Essi potranno disciplinare i diversi aspetti patrimoniali: i criteri di
partecipazione alle spese comuni, quelli di attribuzione della proprietà dei
beni acquistati nel corso della convivenza, le modalità d’uso della casa di
residenza, la definizione dei reciproci rapporti patrimoniali in caso di
cessazione della convivenza. In questo modo sarà possibile tutelare, per
iscritto, la parte debole della coppia.
Da tali contratti – per
i quali non esiste un costo fisso proprio perché variabili a secondo
delle esigenze – nascono veri e propri obblighi giuridici a carico della
coppia che li sottoscrive. E anche per quanto riguarda i figli sono
ammissibili clausole per la definizione dei rapporti patrimoniali su
mantenimento e istruzione.
L’iniziativa del
Notariato risponde all’esigenza di dare risposte alle crescenti richieste sulla
tutela dei diritti per quelle forme di convivenza, tra persone di qualunque
sesso, non ancora riconosciute dalla legge italiana. Secondo gli ultimi dati
Istat vi è stata, infatti, una progressiva diffusione delle famiglie di fatto
in Italia, passata da circa 500mila nel 2007 a 972mila nel 2010-11 . In
particolare sono proprio le convivenze more uxorio tra partner celibi e nubili
ad aver fatto registrare l’incremento più sostenuto arrivando a 578 mila.