Imposta
sulla prima casa, la nuova Tasi si applicherà anche a 5 milioni di abitazioni
che non hanno mai pagato l’Imu: con l’aliquota massima possibili aumenti del
300%; nel mirino del Fisco tutte le prime case.
La Tasi sulle
abitazioni popolari sarà più cara rispetto all'Imu sulla prima casa pagata nel
2012; più in generale, la nuova tassa rischia di penalizzare i proprietari che
maggiormente beneficiavano dell'abbattimento dell'IMU grazie alla detrazione
base (200 euro) e quella ulteriore di 50 euro per ogni figlio residente.
Ci faranno rimpiangere
l’Imu. Se le regole della nuova imposta Tasi resteranno quelle circolate
sino ad oggi nella legge di stabilità, anche le abitazioni di valore più
basso, che sinora non pagavano l’Imu, subiranno il prelievo fiscale. Insomma:
cambia il nome, ma la sostanza è quella precedente. O peggio.
Com’è possibile? Molto
semplice: la Tasi, sebbene abbia un’aliquota massima dello 0,6%, non
prevede le detrazioni che invece esistevano per l’Imu.
Facciamo un passo
indietro. Nel 2012 più di 4,9 milioni di abitazioni principali, cioè un quarto
del totale, non hanno pagato l’Imu grazie alle detrazioni (200 euro di base e
50 euro per ogni figlio convivente fino a 26 anni) e quindi azzeravano il
prelievo sui proprietari di case di basso valore. La Tasi si applica alla
stessa base imponibile dell’Imu, ma non prevede (almeno per ora) detrazioni.
Con la conseguenza che
i circa cinque milioni di case esenti dall’Imu fin dalla sua nascita per via
della loro scarsa appetibilità commerciale ora pagheranno l’imposta.
La Tasi ad aliquota
standard (1 per mille) e con la nuova aliquota massima del 2,5 per mille
potrebbe essere, dunque, più pericolosa dell’imposta sulla prima casa varata da
Monti. Una famiglia con due figli, per esempio, in un immobile che secondo il
Catasto vale 75mila euro pagava zero di Imu, e pagherebbe 75 euro di Tasi ad
aliquota standard e 187,5 euro nel caso di aliquota massima.
Non è tutto. Se nel
2012 il 36% dei contribuenti ha pagato meno di 100 euro di Imu, per via,
spesso, del fatto che, con le case cointestate, marito e moglie pagavano
ciascuno il 50% dell’Imu, la Tasi può riservare un trattamento peggiore,
sempre a causa dell’addio alle detrazioni.
Contribuenti raggirati?
Claudio De Lucia