domenica 12 gennaio 2014

Cos’è il “JOB ACT” di cui si sente tanto parlare in questi giorni?

Il Job Act è pacchetto di proposte sul lavoro che il neosegretario del PD Matteo Renzi vorrebbe fosse approvato a stretto giro dal Governo Letta. Il Job Act, un nome che evoca scenari americani, non è altro che un pacchetto di misure per il lavoro: non si tratta in tutti i casi di nuove proposte, come lascerebbe intendere il nome, anzi. Si tratta però di un disegno organico e fortemente influenzato dalle idee in tema di lavoro di una certa parte del centrosinistra italiano, ma anche di parte degli “addetti ai lavori”, a partire dai paladini della cosiddetta flexicurity. A partire dal reddito di cittadinanza, anche se la formulazione del pacchetto ideato dal segretario PD presenta alcuni aspetti innovativi rispetto alle proposte circolate in passato. Renzi parla infatti di “reddito minimo”, misura da affiancare ad una decisa revisione dei contratti di lavoro.

Contratto unico d’inserimento per i giovani. E’ il piatto forte del Job Act renziano: se da un lato si chiede maggiore flessibilità in uscita, dall’altro si punta ad una netta semplificazione delle forme contrattuali applicabili ai giovani sotto una certa età. Renzi propone infatti un contratto unico d’inserimento, a tempo indeterminato, per tutti i giovani al primo impiego, per il quale non varrebbe l’articolo 18.

Eliminazione contratti a progetto e altre forme precarie. Renzi propone anche la cancellazione della possibilità di stipulare contratti a progetto ai giovani privi di particolari esperienze di lavoro.

Il Job Act, secondo Renzi, dovrebbe contenere l’ennesima revisione delle forme contrattuali, un piano di rilancio dei Centri per l’impiego pubblici, una nuova e più efficace riforma degli ammortizzatori sociali.


Insomma, sul tavolo del segretario PD sta prendendo forma una proposta molto articolata, che dovrebbe toccare anche il tema, caldissimo, delle pensioni d'oro.