giovedì 10 aprile 2014

Abogados: non è abuso del diritto acquisire il titolo di legale dove è più facile. È terminata l’udienza alla Corte di Giustizia. Vediamo i dettagli

Ebbene si, non è abuso del diritto acquisire il titolo di legale laddove sia più facile: è questa la tesi sostenuta dall’avvocato generale della Corte di Lussemburgo; non devono essere fermati i praticanti che hanno ottenuto la qualifica all’estero.
  
Non è abuso di diritto dunque la condotta dei praticanti avvocati italiani che scelgono di acquisire il titolo di avvocato di un altro Stato dell’Unione Europea (su tutte Spagna e Romania), per beneficiare di una normativa più favorevole.

A dichiararlo, poco fa, nel corso dell’udienza tenuta dinnanzi alla Corte di Giustizia, è Nils Wah (avvocato generale della Corte). Pertanto, è contrario alle libertà dell’Unione Europea la prassi italiana di rifiutare, ai professionisti che abbiano conseguito il titolo in un altro Paese comunitario, l’iscrizione nella sezione speciale dell’albo prevista per gli avvocati con qualifica ottenuta all’estero.
  
In parole povere, non si può inibire ai praticanti avvocati di conseguire il titolo all’estero. Per la Comunità Europea è, infatti, assolutamente indifferente che l’aspirante professionista intenda approfittare di una normativa estera più favorevole o che egli presenti la domanda di iscrizione all’albo poco dopo aver ottenuto il titolo professionale all’estero.
  

Il ricorso alla Corte di Lussemburgo era stato sollevato proprio dall’Italia e, in particolare, da un Consiglio dell’Ordine forense marchigiano. Ora, però, tocca ai giudici comunitari emettere la sentenza definitiva, sebbene, statisticamente, il parere dell’Avvocato generale viene spesso condiviso dalla Corte.

Fonte immagine: www.jyhernandezcanut.e.telefonica.net