martedì 3 giugno 2014

La TASI peserà di più rispetto all’IMU del 2013. Vediamo i dettagli

Uno studio di Bankitalia ha rivelato che l’imposta sulla casa è stata, di fatto, reintrodotta e peserà di più rispetto all’IMU del 2013.
  
Secondo lo studio, l’introduzione della nuova imposta potrebbe comportare un aumento del prelievo sull’abitazione principale compreso tra il 12% e il 60% in più rispetto all’anno passato, raggiungendo, quindi, le soglie del 2012.

In verità, la Banca d’Italia ha rivelato ciò che già in molti avevano ben compreso e che apparirà in tutta la sua evidenza nel prossimo mese di ottobre, quando le aliquote saranno ormai rese pubbliche da tutte le amministrazioni locali.
  
Tutto parte quando la vecchia imposta sulla casa, l’ICI, è stata reintrodotta nel 2012 con il nuovo nome IMU, a sua volta soppressa l’anno successivo (2013) per questioni elettorali; in realtà, l’IMU è tornata, di fatto, nel 2014, con il nuovo nome TASI.
  
Vediamo i dettagli: come ormai noto, la TASI si compone di una parte statale e di un’altra comunale; se gli enti si limitassero all’aliquota base dell’1 per mille, quest’anno il prelievo aumenterebbe di circa il 12% rispetto all’anno passato; se invece applicassero il tetto massimo del 2,5 per mille il prelievo complessivo crescerebbe di oltre il 60% rispetto al 2013, ritornando ai livelli del 2012.

La principale differenza tra TASI e IMU sta dunque nelle detrazioni. Se infatti l’IMU prevedeva detrazioni fisse di 200 euro per tutti e di 50 euro aggiuntive per ogni figlio convivente, la Tasi non ne prevede affatto. Tale circostanza, peraltro, si riverserà in uno svantaggio per le case più povere. Con la Tasi, invece, le abitazioni di valore più alto pagheranno meno del 2012 (perché, ad oggi,  le aliquote sono più basse di quelle dell’Imu), mentre le sorti delle abitazioni di valore medio-basso (ossia la maggioranza) dipenderanno dalle scelte del Comune e dall’intenzione di quest’ultimo di introdurre detrazioni parametrite sui valori fiscali degli immobili.